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Nel terzo millennio, le Missionarie Dottrina Cristiana, spinte sempre più dall’amore verso i poveri, cercano ancora di essere, come insegna il Vangelo, “sale della terra e luce del mondo,” desiderano salvare e rinnovare ogni creatura, affinché tutto sia restaurato in Cristo e gli uomini costituiscano in lui una sola famiglia ed un solo popolo di Dio.
Benché l’impegno di diffondere la fede ricada su qualsiasi discepolo di Cristo in proporzione alle sue possibilità, Cristo Signore chiama sempre dalla moltitudine dei suoi discepoli quelli che egli vuole, per averli con sé e per inviarli a predicare alle genti. Perciò Egli, per mezzo dello Spirito Santo, che distribuisce come vuole i suoi carismi per il bene delle anime, accende nel cuore delle suore MDC la vocazione missionaria affidando loro in modo specifico il compito della evangelizzazione che appartiene a tutta quanta la Chiesa.
Sulla scia della venerata Madre Fondatrice, le Missionarie Dottrina Cristiana, con autentico ardore missionario, seguendo una condotta degna della vocazione alla quale sono state chiamate, sono chiamate a esercitare quella triplice funzione sacerdotale, profetica e regale che Dio ha loro affidata. In questo modo le comunità cristiane in cui loro operano e vivono, diventano segno della presenza divina nel mondo.
Spinte dalla gioia di questa rinnovata chiamata a portare Cristo in terre lontane, dopo tanta riflessione e preghiera, il 10 febbraio 2020 partono le prime tre religiose MDC boliviane (Suor M. Asteria Mitma, Suor Mery Escudero, Suor M. Matilde Pinedo) per portare il carisma ereditato da Madre M. Francesca De Sanctis in Ecuador.


Perché proprio in Ecuador…

Dietro decisione del Consiglio Generale partono per un primo viaggio di perlustrazione in Ecuador Suor Diomira Doria Delegata per la missione in Bolivia, Madre M. Laura Roca Assistente Generale in Bolivia e Madre M. Elena Turato, Assistente Generale in Italia.


Dal diario “Memorie di Suor M. Laura Roca”

In seguito alla decisione capitolare prima e del Consiglio Generale poi, di aprire una nuova missione in Ecuador, è stato organizzato un primo viaggio di perlustrazione in suddetta terra, prima di poter decidere in modo definitivo di avventurarci in una nuova terra per portare il Vangelo e per espandere il nostro Carisma.
Per questo, il 25 aprile 2019 alle ore 11.55 antimeridiane, io Suor M. Laura Roca, insieme a Suor Diomira Doria Delegata per la missione in Bolivia, sono partita dall’aeroporto di Viru Viru (a Santa Cruz de la Sierra) diretta in Ecuador precisamente a Guayaquil, facendo sosta durante il viaggio in Panama. Siamo arrivate all’aeroporto di Guayaquil il 25 aprile alle ore 21.00, ora locale, erano ad attenderci Don Carlo Stancari, sacerdote della diocesi di Prato nonché carissimo amico del nostro Istituto e Don Giovanni Finocchi sacerdote missionario residente in Ecuador e incardinato a Prato, mentre a Quevedo ci aspettavano Don Luca Finocchi fratello di Don Giovanni e parroco della Parrocchia San Cristobal insieme a Suor M. Elena Turato, che era giá arrivata il giorno precedente insieme a don Carlo Stancari.

Guayaquil, città in cui è prevista per l’apertura della nuova missione, dista dall’aeroporto di Quevedo ancora tre ore di viaggio, dunque anche se stanche, non ci siamo perse d’animo e con entusiasmo abbiamo percorso questo ultimo tratto: una strada asfaltata, ma con poca illuminazione, tanto traffico e un via e vai interminabile di camion, ci è stato spiegato che è così perché  la regione di Los Rios, dove si trovano  Guayaquil e  Quevedo è aperta al commercio, alla coltivazione delle banane e del cacao; mai visti camion così illuminati,  come se fossero addobbati a festa per Natale, luci di tutti i colori e a volte anche a intermittenza.  Lungo la strada abbiamo anche ammirato le numerose piantagioni, un particolare evidente della zona è anche la ricchezza dei tanti corsi d’acqua, numerosi fiumi dal letto piccolo e grande che nella stagione delle piogge (sei mesi l’anno) provocano forti allagamenti. Siamo giunte a Quevedo esattamente dopo tre ore di viaggio, era mezzanotte, Don Luca Finocchi insieme a Suor M. Elena Turato ci hanno accolto dandoci il loro benvenuto con una buona cena: noi abbiamo gradito e ringraziato, anche se sinceramente, per via dell’orario e della stanchezza, avremmo preferito andare subito a riposare; al termine della cena, alle ore 2.00, dato che in parrocchia c’era la disponibilità di soli tre posti e noi eravamo in quattro, ci hanno accompagnato in un vicino  hotel.

Venerdì 26 aprile 2019 è stato il nostro primo giorno a Guayquil, subito dopo esserci alzate abbiamo e pregato insieme le Lodi nella camera in albergo, abbiamo consumato la colazione, quindi, ci siamo recate in parrocchia come da accordi della sera precedente. Lì con Don Luca e Don
Giovanni, abbiamo organizzato la nostra mattinata per andare a conoscere quei luoghi, con noi tre suore chiaramente è sempre stato presente Don Carlo Stancari. Don Luca si è offerto come nostro autista, ci ha condotto a visitare quella che sarà la casa che ospiterà la comunità.
Abbiamo visto una abitazione grande, spaziosa, ma non arredata, davanti la casa c’è un piccolo giardino, dietro la casa uno spazio inutilizzato e un garage, entrando in casa, al pian terreno ci sono tre stanze una sala d’aspetto, una cucina e due bagni, c’è poi un primo piano con cinque
stanze un bagno e un piccolo ripostiglio con i quadri per i necessari fabbisogni quali acqua, luce, telefono, wi-fi, per il gas si fa uso di bombole, per l’acqua perché sia potabile, ci hanno spiegato che è necessario mettere un filtro. Andando dall’abitazione, diagonalmente verso la strada, c’è un
piccolo fabbricato che dispone di tre aule per la catechesi o altre attività pastorali, e un grande salone per eventuali altre riunioni o feste.
La parrocchia conta 478.808 abitanti e si divide in 5 settori: Salvador Allende, 15 de Noviembre, La Esperanza, El Pital e Baldramina è pertanto la più popolata della regione de Los Ríos. La casa delle suore si trova in Salvador Allende e più in là c’è l’altro settore: 15 de Noviembre in cui è ubicata una Cappella dedicata a “San Juan Bautista,” dove le suore dovrebbero andare per curare la liturgia e la catechesi. Abbiamo visitato anche il settore “La Esperanza,” lì c’è un’altra cappella, ci hanno esposto il problema della poca partecipazione dei fedeli, sarebbe dunque cosa buona
andare anche lì di tanto in tanto per un apostolato che promuova la frequenza dei fedeli sia delle funzioni liturgiche sia delle varie attività apostoliche e ricreative.
Nel paese c’è tanta povertà, la gente è molto accogliente, coloro che prestano servizio di vario genere in parrocchia si mostrano entusiasta e chiedono la presenza delle suore, in quanto secondo la loro mentalità, sono più credibili dei laici, il popolo desidera essere guidato da che dà autentica
testimonianza sia “predicata che vissuta” e sappia motivare nel proprio quotidiano come vivere in concreto la fede.
I due sacerdoti pratesi: Don Luca e Don Giovanni hanno detto che si sarebbero occupati della manutenzione degli accomodi e dell’arredamento della casa in cui andrà a vivere la nostra comunità; è necessario un livellamento del terreno perché non si ristagni l’acqua quando piove.
Cosa chiede la diocesi alle suore MDC? Non opere educative o assistenziali (dunque non scuole o occupazioni ospedaliere o case famiglia), ma il solo e unico impegno della EVANGELIZZAZIONE, formazione dei catechisti, partecipare e dirigere un consiglio pastorale, curare la liturgia, essere disponibili per le visite alle famiglie e agli infermi.
Si tratta quindi, di una piena ed autentica attuazione del nostro Carisma.
A Quevedo è presente un ospedale statale in cui l’assistenza sanitaria non è tra le migliori, alcuni farmaci li danno gratuitamente, altri no, ci sono poi anche cliniche private costose, sarà compito delle suore organizzarsi per far visita ai malati e dir loro parole di conforto.
In città la vita religiosa è presente con l’Istituto delle “Figlie di San Giuseppe,” sarà certamente positivo incontrarsi con loro per uno scambio di esperienze.

Sabato 27 aprile 2019: è stata questa una giornata dedicata alle spese, soprattutto quelle relative all’alimentazione, abbiamo voluto renderci conto dei prezzi e di quanto potesse offrire un supermercato ecuadoregno o qualsiasi altro punto vendita. Siamo entrate in un grande supermercato chiamato Shopping, abbiamo comprato carne, pasta, frutta, formaggi, verdure e ortaggi di vario genere, prodotti ed utensili per la pulizia della casa, la moneta in uso è il dollaro americano, abbiamo perciò speso 133 dollari. I due sacerdoti che ci hanno accompagnato ci hanno riferito che per le loro necessità spendono circa 100 dollari a settimana e quindi 400 dollari al mese.

Tornando in Parrocchia ci hanno fatto vedere i catechismi che sono attualmente in adozione e li abbiamo comprati per poterli meglio studiare: in particolare abbiamo preso i due riguardanti primo e secondo anno di preparazione alla prima Comunione, il catechismo relativo all’anno biblico, ovvero al post comunione  e i due relativi al primo e secondo anno di Cresima.

In seguito ad un accordo telefonico, nel pomeriggio siamo andate a far visita all’ Istituto delle figlie di San Giuseppe; la comunitá si compone di tre suore: la superiora Suor Edilma Mota, Suor Nelly e Suor Gloria Amparo, le religiose non fanno uso di divisa, si trovano lì da molti anni, e si occupano di catechesi: accolgono la gente nella loro cappella e vanno incontro a qualsiasi genere di necessità. Nella loro cappella accolgono anche bambini e ragazzi per la preparazione ai sacramenti dell’Eucarestia e della Cresima. Ci hanno informato riguardo gli incontri tra religiose della provincia “Los Rios”: ogni due mesi, all’inizio dell’anno pastorale per costruire insieme un piano di organizzazione utile a tutte, per i ritiri o altri incontri spirituali, invece, ogni congregazione si organizza in modo indipendente. Ci hanno inoltre riferito che la realtà vocazionale è sofferente, sia perchè purtoppo anche in Ecuador la società offre mille attrattive che mettono Dio all’ultimo posto, (tanti giovani sono vittime dell’uso, anzi dell’abuso del cellulare); e la sia perchè la gente non è attratta da suore senza divisa, non riescono a percepire la differenza…resta di fatto che è comunque importante la testimonianza di ciascuna religiosa perchè sappiamo bene che l’abito non fa il monaco…!

Anche la realtà familiare soffre: le famiglie “vere” sono poche, per una ragazza è alta la probabilità di aspettare un bimbo a soli 13-14 anni di età, tante sono le ragazze madri, molte addirittura abbandonano i figli per andare a lavorare all’ estero, senza ritorno.

Domenica 28 aprile 2019: la giornata di oggi dopo la santa Messa l’abbiamo dedicata alla sola visita dei luoghi, passeggiando a piedi, abbiamo incontrato la gente e ci siamo fatte conoscere. Tutti si sono mostrati accoglienti e ben contenti di averci con loro.

Lunedì 29 aprile 2019 – Incontro con il Vescovo: alle 7.00 del mattino ci siamo messe in partenza per Babahoyo, lì il Vescovo Mons. Skiper Yanez ci ha dato appuntamento per le ore 9.00, (Babahoyo è a due ore di viaggio da  a Quevedo luogo in cui noi ci troviamo). A partire siamo in sei: Mons. Carlo Stancari, i due sacerdoti pratesi Don Luca e Don Giovanni e noi tre suore. Il vescovo ci ha dato il benvenuto e ha iniziato raccontando un po’ come stanno le cose in diocesi. Nonostante siano circa 850 mila abitanti sono presenti soltanto 37 sacerdoti di cui solo 14 incardinati in diocesi 14, c’è poca presenza di religiosi. Come già ci hanno anticipato le suore “Figlie di San Giuseppe, l’uomo anche qui si allontana sempre di più da Dio, in seminario a Guayaquil ci sono solo due seminaristi, dopo il vuoto. Ci ha detto anche che le suore partecipano alla realizzazione del piano pastorale ogni anno, si impegnano nella catechesi, non devono rimanere dentro casa, devono aiutare ai sacerdoti nella visita agli infermi e agli anziani, devono pensare alla formazione dei gruppi giovanili, preparare ai sacramenti, curare la liturgia, insomma il campo di lavoro in cui le nostre suore presteranno servizio è molto ampio. Un tutto ciò occorre fare un cambio di mentalità nel fare la catechesi: catechesi non è lezione di religione, i bambini e i giovani adolescenti non vanno in parrocchia solo per quello scopo, solo per l’ora di catechesi finalizzata ai sacramenti, ma devono imparare a essere membri attivi della Chiesa. E’ necessario pertanto in questo percorso educativo alla fede l’apporto grande ed efficace delle religiose. Non bisogna rimanere fossilizzati ai metodi e ai mezzi di una volta, se pur necessari ed efficaci, sì è importante imparare una lezione di catechismo, ripeterla a memoria e poi…? Non bisogna perdere di vista il fine principale: l’annuncio e la testimonianza: incontrare Gesù e farlo incontrare: convertirci e far convertire. 

Martedì 30 aprile 2019: ancora un altro giorno dedicato alla visita dei luoghi e all’incontro della gente e poi la preparazione per la partenza; siamo partite dall’ areoporto di Quevedo il giorno dopo mercoledì 1 maggio alle ore 5.15 del mattino ora locale, per arrivare a Roma lo stesso giorno alle ore 9.30 del mattino. Il Signore voglia benedire la nostra presenza in questa nuova terra di missione.

 

 
 
 

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Indirizzo
Largo Istituto Dottrina Cristiana, 1
67100 L’Aquila (AQ)

Telefono
+39.0862.41.33.73

 

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