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Oppure, tutto il vociare dei bambini diventa veramente
             fastidioso, ma come per incanto davanti ai loro sorrisi,
             ai loro occhi fiduciosi, tutto svanisce. Penso ancora e mi
             ritornano alla mente tutte le loro famiglie che ho cono-
             sciuto durante questi anni. Agli indispensabili nonni, ai
             papà e alle mamme con alcune delle quali ho stretto un
             rapporto di amicizia che ancora dura , al di là del perio-
             do scolastico. Penso alle colleghe e alle mie suore e le
             ringrazio per tutto l’appoggio che sempre mi danno. Le
             ringrazio per l’affetto, la discrezione e la pazienza che
             hanno  avuto  con  me,  soprattutto  durante  un  periodo
             buio della mia vita. Infine penso a tutti i bambini che ho
             visto  crescere  tra  queste  mura.  Ai  loro  sorrisi,  ai  loro
             abbracci, alle loro manine, alle loro voci argentine, alla
             loro  innocenza  e  ringrazio  Nostro  Signore  per  tutta  la
             gioia che mi dà e perché mi dona la consapevolezza di
             essere fortunata poiché  svolgo un lavoro faticoso, im-
             pegnativo, ma che mi dà molte soddisfazioni e che mi
             piace. Lo ringrazio per tutto ciò di buono che riesco a
             dare a questi bambini e per il bene e la gioia che questi
             mi trasmettono ogni giorno. Penso di essere privilegiata
             … eh sì!Lasciatemelo dire...sicuramente lassù Qualcuno
             mi ama!
             Testimonianza  di  M.  Grazia  Accosta,  mamma  di
             Paolo  Fabrizi:  sono  una  ex  alunna,  ho  frequentato
             questa  scuola  dal  1968  al  1970,  nei  primi  anni  dopo
             l’apertura.  Di  quel periodo  ricordo  alcuni  compagni,  le
             suore, il loro sorriso, le loro coccole ed il clima di gioco
             e di festa che trovavo ogni mattina. C’erano tanti bam-
             bini  e  qualcuno  oggi  lo vedo  ancora  ormai  adulto,  far
             parte  con  la  sua  famiglia  di  questa  comunità  parroc-
             chiale. Adesso sono adulta anch’io, ho la mia famiglia e
             ho tanto desiderato che mio figlio vivesse le mie stesse
             emozioni. Per questo l’ho iscritto a questa scuola, per-
             ché crescesse con le stesse basi con cui sono cresciuta
             io. Nel tempo sono venute qui nuove suore, ma ho vi-
             sto rispecchiarsi nel cuore e nell’animo di mio figlio, le
             stesse sensazioni che provavo io. Ora anche lui è un ex
             alunno come me, ma torniamo in questa scuola sempre
             volentieri,  perché  sono  nate  qui  tante  amicizie  tra  i
             bambini e tra noi genitori: Noi tutti viviamo questa real-
             tà  insieme  ai  nostri  amici,  come  l’estensione  della  no-
             stra famiglia. Ci vediamo in parrocchia in occasione di
             incontri di catechismo ed anche di momenti di condivi-
             sione e di festa, come questo di questa sera, ci vedia-
             mo  fuori,  nella  vita  di  tutti  i  giorni, dove  sappiamo  di
             poter contare gli uni sugli altri sempre, anche nei mo-
             menti  di  difficoltà;  la  nostra  infatti  è  veramente
             l’Amicizia con la “A” maiuscola, nato dal seme gettato
             dalle  suore  di  questa  scuola  e  germogliato  nei  nostri
             cuori. Sta a noi ora farlo crescere, innaffiarlo e diffon-
             derlo,  rendendo  la  nostra  amicizia  aperta  e  cristiana,
             come le nostre suore ci hanno insegnato.

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